Evoluzione Amministratore di Condominio: Requisiti, Obblighi e Professione

In questo articolo ti spieghiamo come si è evoluto il ruolo dell’amministratore di condominio dal 1998 ad oggi: requisiti, obblighi, formazione e trasformazione a Building Facility Manager. 

Tempo di lettura: 13 minuti
Evoluzione Amministratore di Condominio Requisiti, Obblighi e Professione_11zon

Se pensiamo a com’era un condominio alla fine degli anni ’90, l’immagine è immediata: il citofono con nomi scritti a penna, il registro cartaceo polveroso, il contabile del palazzo che “si arrangiava” e un amministratore di condominio scelto spesso per conoscenza personale, più per fiducia che per competenza reale.

Oggi quella figura non esiste più. E non potrebbe esistere.

Negli ultimi venticinque anni l’evoluzione amministratore di condominio è stata una delle trasformazioni più profonde del settore immobiliare italiano. Una rivoluzione lenta ma inesorabile, che ha reso questa professione una delle più regolamentate, tecniche e digitalizzate del nostro tempo.

Non è più un ruolo da improvvisare tra una telefonata e l’altra: è diventata una responsabilità tecnica, giuridica e gestionale che richiede studio continuo, aggiornamento costante e una visione strategica moderna.

Ma come siamo arrivati fin qui? E soprattutto: quali sono oggi i requisiti, gli obblighi e le competenze necessarie per essere un amministratore di condominio professionista?

In questo articolo ripercorriamo passo dopo passo l’evoluzione amministratore di condominio, dalle origini improvvisate fino alla figura moderna del Building Facility Manager, analizzando requisiti normativi, obblighi di legge, percorsi formativi e competenze richieste dal mercato.

Indice dei contenuti

L'epoca dell'improvvisazione: quando bastava "conoscere qualcuno"

Negli anni ’90 l’amministratore era spesso improvvisato, con registri a mano e pochi requisiti professionali.

C’è stato un tempo in cui l’amministratore di condominio era semplicemente “il signor Rossi del terzo piano”. Una persona fidata, presente, pratica. La sua autorevolezza derivava dall’esperienza sul campo, dalla vicinanza quotidiana ai condomini e da un presunto buon senso negli affari condominiali.

In quegli anni – parliamo della fine degli anni ’90 e dei primi anni 2000 – non esistevano requisiti specifici, nessun obbligo formativo, nessuna certificazione richiesta. Chiunque poteva diventare amministratore: pensionati con tempo libero, professionisti che svolgevano l’attività come secondo lavoro, parenti dei proprietari di immobili.

Gli strumenti erano rudimentali: prima nota cartacea, convocazioni spedite per posta ordinaria, bacheca fisica come unico centro informativo. I software gestionali erano rari, costosi, riservati agli studi più grandi. La maggior parte degli amministratori lavorava con registri scritti a mano e calcolatrici da tavolo.

Le assemblee condominiali erano spesso momenti di alta conflittualità, senza verbali adeguati, con decisioni prese d’impulso e scarsa tracciabilità. La morosità cresceva senza controllo perché mancavano procedure standardizzate di recupero crediti. La trasparenza? Praticamente inesistente.

Ma il vero problema era a monte: l’impianto normativo era fermo al 1942. Settant’anni senza aggiornamenti significativi, mentre il mondo cambiava radicalmente. I condomini diventavano più complessi, gli impianti più sofisticati, le normative edilizie più stringenti. Ma la legge sul condominio restava immobile.

Dal 1942 al 2012: settant’anni senza riforme prima della svolta che ha modernizzato la professione.

Il risveglio legislativo: verso una professione vera

Poi, anno dopo anno, i condomìni sono cambiati profondamente. Sono diventati strutture con impianti sempre più complessi (ascensori, climatizzazione centralizzata, sistemi antincendio, videosorveglianza), soggetti a normative più rigide su sicurezza ed efficienza energetica, inseriti in un contesto di crescente digitalizzazione dei processi amministrativi.

Parallelamente è cambiata anche la figura che li coordina. L’evoluzione amministratore di condominio ha iniziato ad accelerare quando il legislatore ha finalmente riconosciuto che serviva una vera professionalizzazione del ruolo.

Il primo segnale arrivò nel 2010 con l’introduzione del tentativo obbligatorio di mediazione per le controversie condominiali. Era un messaggio chiaro: il condominio è un microcosmo ad alta conflittualità che richiede figure più preparate, più autorevoli, più formate.

Nel 2011 le principali associazioni di amministratori di condominio (ANACI, ANAMMI, Confedilizia) presentarono al Parlamento un documento unitario per chiedere una riforma organica del settore. L’obiettivo era chiaro: qualificare finalmente il ruolo dell’amministratore.

La svolta del 2012: requisiti, obblighi e responsabilità

La Riforma del Condominio 2012 ha trasformato la professione introducendo requisiti obbligatori e trasparenza.

Il 2012 segna l’anno zero della nuova professione. La Legge 220/2012, nota come “Riforma del Condominio”, ha riscritto dopo settant’anni le regole del settore, introducendo per la prima volta requisiti minimi obbligatori per esercitare la professione di amministratore.

Finalmente si stabiliva chi può fare amministratore condominio e per fare l’amministratore di condominio cosa serve davvero. I requisiti dell’amministratore di condominio diventavano legge dello Stato, non più prassi volontaria.

 

Requisiti amministratore di condominio: cosa prevede la legge

La riforma ha stabilito chi può fare l’amministratore di condominio e quali requisiti per amministratore condominio sono necessari. Non tutti possono svolgere questa professione: servono requisiti amministratori condominio precisi stabiliti per legge.

I requisiti personali e morali sono fondamentali. Chi vuole diventare amministratore condominio deve avere la piena capacità di agire secondo il diritto civile, non deve aver riportato condanne penali per delitti contro la pubblica amministrazione o contro il patrimonio, non deve essere stato cancellato da albi professionali per motivi disciplinari, non deve avere protesti cambiari o procedure di fallimento in corso.

Il titolo di studio minimo richiesto è il diploma di scuola secondaria superiore. Anche se la laurea non è obbligatoria per legge, è sempre più diffusa tra i professionisti del settore, specialmente nelle nuove generazioni che portano competenze specialistiche in giurisprudenza, economia o ingegneria gestionale.

 Prima di poter esercitare bisogna frequentare un corso amministratore di condominio della durata minima di 72 ore, con esame finale. Questa è la qualifica amministratore di condominio obbligatoria: non basta più la buona volontà, serve una preparazione tecnica certificata su normativa condominiale, contabilità, fiscalità, gestione degli impianti, privacy e sicurezza.

 La vera rivoluzione sta nell’obbligo di aggiornamento continuo: ogni amministratore condominiale deve conseguire almeno 15 ore di formazione all’anno per mantenere i requisiti per essere amministratore di condominio. Chi non si aggiorna perde il diritto di esercitare. È finita l’epoca del “una volta imparato, basta per sempre”.

Obblighi amministratore di condominio: trasparenza e responsabilità

La riforma non si è fermata ai requisiti amministratore di condominio. Ha introdotto obblighi operativi stringenti che hanno trasformato radicalmente il modo di lavorare. Vediamo cosa deve fare chi svolge questa professione e quali sono gli obblighi dell’amministratore condominio:

– L’apertura del conto corrente condominiale dedicato è diventata obbligatoria. Non più conti personali dell’amministratore usati promiscuamente: ogni condominio deve avere il proprio conto intestato, con massima trasparenza sui movimenti finanziari.

– La gestione del registro anagrafe condominiale richiede precisione assoluta: dati anagrafici dei proprietari, quote millesimali, dati catastali, composizione dell’assemblea. Tutto deve essere tracciato e aggiornato costantemente.

– La trasparenza documentale è diventata un pilastro: i condomini hanno diritto di accesso completo a tutti i documenti, ai contratti, alle fatture, ai verbali. L’amministratore deve conservare tutta la documentazione in modo ordinato e renderla disponibile su richiesta.

– Gli adempimenti fiscali gravano direttamente sull’amministratore: deve gestire ritenute d’acconto, versamenti INPS, dichiarazioni fiscali del condominio. Errori o omissioni comportano responsabilità personale diretta.

– Il rendiconto annuale deve essere dettagliato, chiaro, comprensibile anche per chi non ha competenze contabili specifiche. Deve includere stato patrimoniale, movimenti di cassa, situazione crediti e debiti.

– Infine, la gestione della privacy e GDPR è diventata cruciale: i dati personali dei condomini sono informazioni sensibili che vanno protette secondo normativa europea, con sanzioni pesanti in caso di violazioni.

Il compenso amministratore di condominio: chiarezza obbligatoria

Prima della riforma, molti amministratori lavoravano con compensi poco chiari, decisi di anno in anno senza criteri definiti, spesso oggetto di contestazioni. La Legge 220/2012 ha imposto che il compenso venga:

  • Comunicato per iscritto prima dell’accettazione dell’incarico
  • Definito con chiarezza tra compenso ordinario e straordinario
  • Specificato nei dettagli delle attività coperte
  • Approvato dall’assemblea in modo trasparente

Oggi il compenso amministratore di condominio varia generalmente tra 200€ e 800€ annui per unità immobiliare, a seconda della complessità dell’edificio, del numero di condomini, dei servizi inclusi e del livello di digitalizzazione dello studio professionale.

Dal 2013 in poi: l'amministratore professionista entra in scena

Il 18 giugno 2013 la riforma entrò ufficialmente in vigore. Fu davvero l'”anno zero” della professione moderna.

Molti amministratori improvvisati uscirono definitivamente dal mercato, incapaci di sostenere i nuovi standard. Chi rimase dovette aggiornarsi, riorganizzarsi, investire in formazione e strumenti. Cominciò a diffondersi massicciamente l’uso della PEC (Posta Elettronica Certificata) come strumento di comunicazione ufficiale con valore legale.

Nacque in questi anni l’amministratore di terza generazione: il professionista iscritto alle associazioni di categoria, che svolge questa attività in modo esclusivo o prevalente, con preparazione specifica certificata e aggiornamento continuo garantito.

Ma l’evoluzione amministratore di condominio non si fermò qui. Anzi, accelerò ulteriormente.

L'era digitale: quando la tecnologia diventa indispensabile

PEC, privacy e cloud: la digitalizzazione è ormai un requisito fondamentale per ogni amministratore moderno.

Dal 2014 in poi, con l’introduzione del Decreto Ministeriale 140 che definì i criteri precisi per i corsi di aggiornamento, iniziò la vera transizione dal mondo analogico a quello digitale.

I software gestionali cloud diventarono accessibili anche agli studi più piccoli, permettendo di archiviare documenti online, tracciare movimenti finanziari in tempo reale, condividere informazioni con trasparenza assoluta. Non servivano più armadi pieni di faldoni: tutto veniva digitalizzato, indicizzato, reso consultabile con pochi clic.

Dal 2016 iniziarono a diffondersi le app condominiali: i proprietari potevano consultare bilanci, prenotare assemblee, segnalare guasti, verificare pagamenti direttamente dallo smartphone. La comunicazione divenne immediata, tracciabile, trasparente.

L’amministratore di condominio si trasformò sempre più in una figura manageriale: non bastava più tenere i conti, serviva coordinare servizi, anticipare problemi, ottimizzare risorse, gestire fornitori strategicamente.

Nel 2018 l’efficienza energetica divenne tema centrale con l’introduzione della possibilità di installare colonnine di ricarica elettrica nei condomini. L’amministratore iniziò a occuparsi anche di sostenibilità ambientale e riduzione dei consumi.

Nel 2019, chi aveva almeno cinque anni di esperienza poteva ottenere la certificazione UNI 10801:2016, attestato di competenza avanzata nella gestione condominiale che aprì la strada alla figura del gestore qualificato certificato.

2020-2022: pandemia e Superbonus, il grande stress test

Dalle assemblee in presenza alla videoconferenza: la gestione condominiale diventa digitale e tracciabile.

Il periodo 2020-2022 fu lo spartiacque definitivo nell’evoluzione amministratore di condominio. Due eventi epocali misero alla prova la professione come mai prima.

La pandemia: chi era pronto, chi no

Nel marzo 2020, quando l’Italia si fermò per il lockdown, le assemblee condominiali divennero impossibili da tenere in presenza. Il legislatore autorizzò d’urgenza le assemblee in videoconferenza, strumento fino a quel momento utilizzato solo da una piccola avanguardia di professionisti digitali.

Chi era già attrezzato con piattaforme digitali, gestionali cloud, comunicazioni telematiche continuò a lavorare normalmente. Anzi, guadagnò credibilità e nuovi clienti. Chi invece era ancora ancorato a carta, telefono fisso e incontri dal vivo si trovò improvvisamente paralizzato, incapace di operare.

Fu il momento della verità: l’amministratore di condominio moderno doveva essere digitale per necessità, non per scelta. La pandemia accelerò in pochi mesi processi che avrebbero richiesto anni.

Il Superbonus 110%: da gestore a project manager

Pochi mesi dopo il lockdown arrivò il ciclone Superbonus 110%. Una misura fiscale senza precedenti che portò improvvisamente migliaia di condomini a voler fare interventi di riqualificazione energetica e sismica con detrazione totale.

L’amministratore di condominio si ritrovò catapultato in un ruolo completamente nuovo: project manager di cantieri milionari. Dovette imparare a:

  • Coordinare progettisti, ingegneri, architetti, geometri
  • Dialogare con banche per cessioni del credito e finanziamenti ponte
  • Gestire assicurazioni e polizze decennali postume
  • Interfacciarsi con General Contractor e imprese esecutrici
  • Seguire pratiche ENEA, visti di conformità, APE
  • Mediare tra decine di condomini confusi e spaventati

Chi non aveva una struttura organizzata, processi chiari, collaboratori formati fu travolto. Chi invece aveva costruito team multidisciplinari e partnership strategiche con professionisti esterni non solo resse l’urto, ma prosperò consolidando reputazione e portafoglio clienti.

Nel 2022 si affermò definitivamente l’idea che l’amministratore di condominio non fosse più un semplice gestore, ma un vero coordinatore strategico del patrimonio immobiliare.

Oggi: il Building Facility Manager

Arriviamo così al presente. L’evoluzione amministratore di condominio ci ha portato alla figura del Building Facility Manager: un professionista che non si limita più alla gestione contabile e burocratica, ma governa l’edificio come un asset strategico da valorizzare.

Per arrivare a questo livello servono tutti i requisiti amministratori condominio di cui abbiamo parlato, ma anche competenze avanzate che vanno ben oltre il minimo di legge.

Le competenze oggi indispensabili

L’amministratore di condominio moderno deve padroneggiare competenze che venticinque anni fa nemmeno esistevano nel settore:

Competenze digitali: utilizzo professionale di gestionali cloud, piattaforme per videoconferenze, app di comunicazione con i condomini, strumenti di firma digitale e PEC, sistemi di archiviazione documentale sicura.

Competenze giuridiche: conoscenza approfondita della normativa condominiale in continua evoluzione, diritto della privacy e GDPR applicato ai dati dei condomini, contrattualistica con fornitori e professionisti, gestione delle controversie e della mediazione.

Competenze tecniche: nozioni di impiantistica (riscaldamento, climatizzazione, ascensori), sicurezza antincendio e gestione delle emergenze, efficienza energetica e diagnosi APE, edilizia e manutenzione degli edifici.

Competenze finanziarie: contabilità condominiale avanzata e bilanci, fiscalità specifica del condominio, gestione di finanziamenti e cessioni del credito, analisi costi-benefici per interventi straordinari.

Soft skills: comunicazione efficace e public speaking assembleare, mediazione dei conflitti e negoziazione, leadership per guidare decisioni collettive, gestione del tempo e delle priorità multiple.

Il ruolo strategico delle associazioni di categoria

L’evoluzione amministratore di condominio è stata accompagnata e sostenuta dalle associazioni di categoria, che hanno svolto un ruolo fondamentale nella qualificazione della professione.

Le associazioni di categoria guidano la professionalizzazione degli amministratori di condominio con formazione, tutela e standard certificati.

Associazioni Di Categoria Roma

A.N.A.C.I. - Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari: 

ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari) è la più grande associazione nazionale in Italia che rappresenta e tutela gli amministratori di condominio e immobili. Fondata nel 1995 dalla fusione di altre associazioni, ha l’obiettivo di promuovere formazione e alta qualità professionale, offrendo supporto tecnico e legale ai suoi membri e rappresentando i loro interessi. 

A.N.AMM.I Associazione Nazionale Europea Amministratori d'Immobili: 

L’A.N.AMM.I. (Associazione Nazionale Europea Amministratori d’Immobili) è un’associazione di categoria senza scopo di lucro che si occupa della gestione e consulenza condominiale, offrendo formazione e servizi ai suoi associati. È stata la prima associazione in Europa a ottenere la certificazione UNI EN ISO 9001 e mira a creare un ceto di professionisti qualificati nell’amministrazione immobiliare. 

A.P.I.C.E. Associazione Professionisti in Campo Edilizio:

Associazione Professionisti in Campo Edilizio (APICE) è un’associazione che offre corsi di formazione, aggiornamento e servizi di supporto per gli amministratori di condominio. Mira a migliorare la professionalità e l’efficienza nella gestione immobiliare.

UNAI - Unione Nazionale Amministratori d'Immobili:

UNAI è la più antica associazione nazionale di amministratori di condominio costituita in Italia. Fondata a Roma il 19 febbraio 1968 con il marchio URAI (Unione Romana Amministratori Immobiliari) con l’intento di aggregare le realtà professionali di categoria operanti su Roma e nella provincia; successivamente, con atto notarile del 23 dicembre 1993 adottava il marchio UNAI e codificava la sua evoluzione a livello nazionale.

Confedilizia:

Confedilizia è la Confederazione italiana della proprietà edilizia, un’associazione che rappresenta i proprietari di case e immobili, offrendo loro assistenza legale, fiscale e tecnica. Mantiene un Registro nazionale amministratori condominiali per promuovere e aggiornare gli amministratori che ne fanno parte. 

Associazione Italiana Amministratori e Condomini ASS.I.A.C.

ASS.I.A.C. (Associazione Italiana Amministratori e Condomini) è un’associazione professionale fondata nel 2013 per gli amministratori di condominio, con l’obiettivo di promuovere la professione attraverso la formazione continua, la tutela dei diritti e degli interessi dei condomini e il rispetto di un codice deontologico. 

Associazioni Di Categoria Napoli

ACAP - Associazione Condominiale Amministratori e Proprietari

ACAP, acronimo di Associazione Condominiale Amministratori e Proprietari, è un’organizzazione che si occupa della formazione e della tutela degli amministratori di condominio e dei proprietari immobiliari. Fondata nel 1999, fornisce corsi di formazione, organizza aggiornamenti normativi e offre servizi per la gestione immobiliare. 

Associazioni Di Categoria Bari

A.N.A.P.I. - Associazione Nazionale Amministratori Professionisti d'Immobili

ANAPI sta per Associazione Nazionale Amministratori Professionisti di Immobili ed è un’organizzazione che si occupa della formazione, della tutela e dell’aggiornamento professionale degli amministratori di condominio e di altri professionisti immobiliari.

Associazioni Di Categoria Palermo

A.R.A.I. - Associazione Amministratori Immobiliari

ARAI sta per Associazione Amministratori Immobiliari. Si tratta di un’associazione professionale accreditata dal Ministero dello Sviluppo Economico che si occupa di formazione, supporto e consulenza per gli amministratori di condominio

Associazioni Di Categoria Rieti

Valore aggiunto

Valore Aggiunto è un’associazione che si rivolge agli amministratori che hanno l’ambizione di conseguire standard elevati di professionalità con formazione di assoluto livello e prestigio. Questa associazione è contraria ai grandi numeri che caratterizzano le associazioni-corsifici e punta alla qualità, all’etica ed alla trasparenza.

Associazioni Di Categoria Benevento

M.A.P.I. - Movimento Amministratori e Proprietari d'Immobili

MAPI (Movimento Amministratori e Proprietari d’Immobiliè un’associazione che si occupa di formazione e consulenza per gli amministratori di condominio e gestisce un registro nazionale degli amministratori di condominio.

Queste associazioni continuano a guidare l’evoluzione amministratore di condominio verso standard sempre più elevati di professionalità.

Il futuro: verso gli smart building

E domani? L’evoluzione amministratore di condominio continua verso orizzonti ancora più tecnologici e complessi.

Il futuro parla di edifici intelligenti dotati di tecnologie IoT (Internet of Things): sensori ambientali, sistemi di automazione centralizzata, monitoraggio dei consumi in tempo reale, manutenzione predittiva basata su algoritmi.

L’amministratore diventerà un analista di dati, interpretando informazioni tecniche per trasformarle in decisioni strategiche che aumentano il valore dell’immobile e il comfort abitativo.

Si parlerà sempre più di comunità energetiche, con condomini che producono e condividono energia rinnovabile. Di mobilità sostenibile integrata con colonnine elettriche e servizi di sharing. Di intelligenza artificiale che automatizza gestione di scadenze, solleciti, comunicazioni ordinarie.

L’amministratore di condominio del futuro sarà un leader visionario che guida comunità intelligenti all’interno delle smart cities, facilitando l’integrazione tra edifici, persone e servizi urbani.

Quanto costa oggi diventare amministratore di condominio?

Una domanda pratica che molti si pongono quando vogliono capire come fare amministratore condominio professionalmente: quanto costa il percorso completo?

Per chi vuole sapere cosa serve per fare l’amministratore di condominio dal punto di vista economico, ecco un quadro completo degli investimenti necessari.

Il corso amministratore di condominio obbligatorio per ottenere la qualifica amministratore condominio ha un costo che varia generalmente tra 300€ e 800€, a seconda dell’ente erogatore, della durata (minimo 72 ore) e delle modalità (presenza, online, misto).

A questo si aggiunge il costo dell’aggiornamento annuale obbligatorio (15 ore), che può variare tra 150€ e 300€ all’anno.

Se si sceglie di iscriversi a un’associazione professionale, bisogna considerare una quota associativa annuale che va da 200€ a 500€, ma che include servizi di tutela legale, formazione continua, consulenza normativa e accesso a strumenti professionali.

Infine, per avviare uno studio professionale servono investimenti in software gestionale (da 50€ a 200€ al mese), assicurazione RC professionale (da 500€ a 1.500€ annui), attrezzatura informatica e marketing iniziale.

In totale, per partire professionalmente servono circa 2.000€ – 4.000€ di investimento iniziale, più i costi operativi annuali. Un investimento significativo, ma necessario per operare con gli standard richiesti dal mercato moderno.

Conclusione: una professione con requisiti sempre più elevati

Il condominio del futuro diventa uno Smart Building: IoT, energia smart e sicurezza digitale.

L’evoluzione amministratore di condominio che abbiamo ripercorso in questo articolo ci mostra una verità incontestabile: questa non è più una professione da improvvisare.

Dai pensionati volenterosi degli anni ’90 siamo arrivati ai Building Facility Manager di oggi: professionisti digitali, formati, certificati, costantemente aggiornati, capaci di gestire edifici come asset strategici complessi.

I requisiti per amministratore condominio si sono moltiplicati: titolo di studio, formazione iniziale obbligatoria, aggiornamento continuo, competenze digitali, conoscenze tecniche, soft skills relazionali. Chi vuole capire chi può fare l’amministratore di condominio oggi deve considerare che i requisiti per fare amministratore di condominio sono molto più stringenti rispetto al passato.

Gli obblighi amministratore di condominio sono diventati rigorosi: trasparenza assoluta, compliance normativa, responsabilità diretta, rendicontazione dettagliata, gestione privacy. I requisiti amministratore condominiale non riguardano solo l’accesso alla professione, ma anche il mantenimento della qualifica nel tempo.

Le competenze richieste spaziano dal diritto alla tecnologia, dalla contabilità alla mediazione, dall’efficienza energetica alla gestione di progetti complessi. Il mestiere è cambiato completamente. E continuerà a cambiare.

Il futuro appartiene a chi sceglie di evolversi continuamente, di investire in formazione, di abbracciare la digitalizzazione, di posizionarsi come consulente strategico piuttosto che semplice gestore burocratico. I requisiti dell’amministratore di condominio continueranno probabilmente ad aumentare, spingendo sempre più verso la professionalizzazione completa del settore.

Sei pronto per questa evoluzione? Hai tutti i requisiti per essere amministratore di condominio moderno?

Sappiamo quanto sia complessa questa evoluzione

Passare da amministratore tradizionale a Building Facility Manager non è semplice.

Richiede tempo, investimenti, competenze nuove e un cambiamento profondo nel modo di lavorare. 

Per questo abbiamo creato K-reo: un ecosistema completo di supporto per gli amministratori che vogliono crescere senza affrontare tutto da soli.

Ti affianchiamo concretamente con:

SMG partner di E.on Energia – Forniture di luce e gas ai condomini, con E.ON energia 

Sigma Finanziamenti – Accesso a finanziamenti dedicati per lavori ordinari e straordinari

Unibroker – Assicurazione condominio e Globale fabbricati

Contattaci per una consulenza strategica gratuita

Siamo al fianco degli amministratori che vogliono evolversi, modernizzarsi e gestire i loro condomìni con strumenti e soluzioni professionali.